IMPRONTE PRIMORDIALI
Il VI periodo, Impronte Primordiali, rappresenta una fase di profonda introspezione per l’artista, le cui riflessioni cominciano a manifestarsi già a partire dagli anni ’70. L’eco di eventi epocali, come lo sbarco sulla Luna, e di capolavori cinematografici quali 2001: Odissea nello spazio, insieme a un fermento culturale permeato dal mistero dell’universo, affascinano l’artista e piantano in lui un seme destinato a germogliare sulla tela.
Questa fascinazione cosmica si traduce in opere dal forte impatto visivo e concettuale, realizzate su lastre di alluminio. La scelta del materiale non è casuale: l’alluminio, con la sua superficie fredda e riflettente, richiama il suolo di mondi inesplorati e l’essenza stessa delle navi spaziali, strumenti dell’uomo per varcare i confini dell’ignoto. L’artista crea così una connessione tra il gesto pittorico e la vastità dell’universo, tra l’impronta umana, orme di piedi e il mistero del cosmo.
Intrise di un profondo significato teologico, queste opere vengono pubblicate insieme alla raccolta di poesie e massime Theorein, un’opera che funge da ponte ideale verso l’ultimo ciclo creativo di Bruno Di Pietro: il VII periodo, Confini, in cui la ricerca artistica e spirituale raggiunge il suo apice, indagando le soglie tra visibile e invisibile, materia e trascendenza.